«Contro l’omofobia solo a parole» È scontro tra l’Arcigay e l’Hellas

Il caso: La società aderisce alla rete anti-intolleranza «Fare». Ieri ha annunciato la lettura di un messaggio allo stadio
«Contro l’omofobia solo a parole» È scontro tra l’Arcigay e l’Hellas
L’associazione: più volte proposte iniziative, senza avere risposte
Arcigay presenta la giornata contro l'omofobia e chiede che l'hellas patrtecipi (Fotoland)
VERONA — «Predicare be­ne e…». O «tra il dire e il fa­re…». Si potrebbe prendere in prestito un intero abbecedario sui modi di dire o sulle frasi fatte. Perché in questa vicenda a vincere sono i luoghi comu­ni. Quelli di una società, l'Hel­las Verona, che vorrebbe af­francarsi da un passato alquan­to invasivo ed invadente, in te­ma di «intolleranza», non solo calcistica. Che per farlo si asso­cia a una rete europea, la Fare (football against racism in Eu­rope). Ma che poi fa rimanere praticamente sulla carta quel­lo che è uno dei primi punti dell'associazione, vale a dire la lotta all'omofobia. Perché c'è voluta un'entrata praticamen­te a gamba tesa, per smuovere la dirigenza dell'Hellas. Che, evidentemente, tanto è pronta a muoversi sul fronte del razzi­smo, tema che porta elogi ed ovazioni a chi lo contrasta, tan­to è a dir poco «lenta» e farra­ginosa quando si tratta di omo­fobia. E delle iniziative che la contrastano.
Domenica non è solo la giornata di Hellas-Cese­na. Il 17 maggio, guarda caso, è anche la giornata mondiale contro l'omofobia. Giustap­punto uno dei temi cardine delle rete Fare. Per non lascia­re nulla al caso, il comitato provinciale di Arcigay il 20 aprile scorso ha scritto alla so­cietà, con una «proposta di iniziativa comune». Una lettera in cui si chiedeva un incontro, per decidere il da farsi. Da corte Pancaldo è calato il silenzio. Il 25 aprile Arcigay ci riprova, con una lettera aperta al Verona. «Abbiamo appreso con interesse dell'adesione dell'Hellas Verona alla rete europea Fare, contro il razzismo, la discriminazione e l'omofobia nel calcio. Ci rallegriamo di una scelta tanto coraggiosa, ma vorremmo che non rimanesse lettera morta». Delle cassandre, quelli dell'Arcigay. Perché, in effetti, così è stato. Non domi, i rappresentanti degli omosessuali ci hanno riprovato. E il 6 maggio hanno indirizzato all'Hellas una nuova missiva. Questa volta con tanto di proposta. «Sul sito della rete Fare - hanno scritto - alla pagina de­dicata alla lotta all'omofobia ci sono alcuni esempi di iniziati­ve già assunte da altre squa­dre, come l'esibizione di uno slogan da parte della squadra stessa. Aggiungeremmo la pro­posta di far indossare una fa­scia al braccio con il triangolo rosa, simbolo della violenza omofoba contro gay e lesbiche nella storia. Attendiamo fidu­ciosi una risposta». Di attesa in attesa, ieri, si sono stancati. E hanno indetto una conferenza stampa. Hanno illustrato tutte le iniziative che si faranno do­menica a Verona, tra le quali ­in collaborazione con l'Arci e con altre dodici sigle del mon­do omosessuale e non solo ­l'affissione di un manifesto contro l'omofobia e la distribu­zione di materiale informativo su due banchetti, in via Cappel­lo e via Mazzini. E hanno parla­to di quel «punto di forte delu­sione ». Di quell'atteggiamento dell'Hellas che fino a ieri po­meriggio neanche si era degna­to, tramite qualche responsabi­le, di rispondere al telefono. E meno che meno alle lettere. «Siamo sicuri - ha spiegato il presidente provinciale di Arci­gay Michele Breveglieri - che i nostri messaggi sono arrivati. Rimaniamo comunque in atte­sa di una risposta e in ogni ca­so segnaleremo alla rete Fare il comportamento dell'Hellas, che non corrisponde ai detta­mi dell'organizzazione. Evi­dentemente si tratta di una pu­ra operazione di maquillage, per rifare il trucco alla socie­tà ».
La quale, casualmente dopo la conferenza stampa e il tamtam mediatico, si è fatta sentire per la prima volta. Do­menica, ha assicurato la diri­genza, verrà realizzata, con lo speaker dello stadio, una co­municazione contro l’omofo­bia, in occasione del concorso che l’Hellas, proprio nell’ambi­to di Fare, aveva indetto tem­po addietro e di cui avverrà la premiazione. Concorso - tanto per inciso - che l’Arcigay ave­va chiesto, nella lettera aperta, venisse dedicato alla lotta al­l’omofobia. Inutile dire che il tutto è finito nel nulla. «Quel­lo del messaggio letto allo sta­dio è certamente un primo pas­so - ha commentato Breveglie­ri - purtroppo un po’ tardivo e solo dopo pesante e faticosa sollecitazione a mezzo stam­pa ». In effetti se ci si fosse mossi prima, qualcosa di più di una frase letta al microfono si sa­rebbe potuto fare. «Una since­ra e reale assunzione di re­sponsabilità è un’altra cosa e lo attendiamo ancora». Ma aspettare, a quanto pare, non giova al rapporto tra Arcigay ed Hellas.
Angiola Petronio

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