I 4 balordi sono fuggiti. «Passeggeri indifferenti»
martedì 27 aprile 2010 , di Il Corriere della Sera - Roma
La pelle nera o la tracolla Arcigay. Basta poco per scatenare il balordo del sabato sera. A questo punto, poi, non ha più bisogno di mescolarsi alla folla dello struscio notturno: è sufficiente la piattaforma di un bus.
A sinistra una bandiera dell'Arcigay. Mattia, il ragazzo aggredito sabato notte, volontario nell'associazione, aveva una borsa con lo stesso simbolo. È bastato questo per scatenare l'aggressione.
La denuncia è di Arcigay. Alle due del mattino di sabato notte, quattro giovani, tra i 20 e i 25 anni (tra cui una ragazza), a bordo dell'«N8», che costeggia la movida trasteverina, hanno sparato una raffica d'insulti, prima su un extracomunitario: «A negro che sei venuto affà? A rubarci il lavoro?», poi, quando quello è sceso alla prima fermata, contro un volontario dell'associazione, Mattia C. «Piglian...», «checca», «zozzo», «schifoso». Il ragazzo, uno studente di 22 anni che oggi presenterà la sua denuncia alla Procura della Repubblica, racconta: seduto e leggevo un libro. A un certo punto hanno iniziato a dirmi che facevo schifo perché sono gay». Un crescendo di offese, intimidazione e poi schiaffi.
Dopo gli incendi al Qube, l' attacco alla Gay street e l' accoltellamento di un ragazzo fuori dal Gay village, ecco il bus dell'«omofobia». Che, attenzione, può attraversare il centro, nel l'indifferenza generale. Così racconta infatti Mattia: «Nessuno ha mosso un dito. Mentre quelli insultavano mi guardavo attorno senza incontrare alcun sostegno». L'aggressione non è stata «lampo» dicono da Arcigay: «Tutto sarò durato almeno cinque minuti»
In attesa di presentare (oggi) una denuncia alla Procura della repubblica, Arcigay ieri si è rivolta alle istituzioni. Chiedendo alla neo presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, di «riprendere al più presto le campagne antiomofobia di Gay Help Line (800.713.713, ndr) ». E, al Comune di Roma, «di aumentare la diffusione della prossima campagna».
A proposito della Gay help Line: «Il 55% delle telefonate che riceviamo ha detto Fabrizio Marrazzo presidente di Arcigay è di ragazzi sotto i 26 anni che denunciano discriminazioni e vessazioni in famiglia, a scuola e nel mondo del lavoro».
Solidarietà bipartisan a Mattia C. «Si tratta di un episodio gravissimo», ha detto Renata Polverini, che non farà mancare «l'impegno contro ogni discriminazione». «Aggressione vile»per il sindaco Gianni Alemanno. Preoccupazione per l'episodio «caratterizzato da cattiveria e vigliaccheria fuori dal comune, con i presenti che non si sono scomposti» è stata manifestata da Enzo Foschi, consigliere Pd alla Regione. «Un altro insulto alla città e alla comunità. Frustrante che avvenga su un bus» ha detto il presidente della provincia Nicola Zingaretti. Mentre il delegato al centro storico Dino Gasperini spera «che le forze dell'ordine facciano piena chiarezza, assicurando presto alla giustizia i quattro responsabili».
[leggi anche sul coriere della sera di Roma]
martedì 27 aprile 2010 , di Il Corriere della Sera - Roma
La pelle nera o la tracolla Arcigay. Basta poco per scatenare il balordo del sabato sera. A questo punto, poi, non ha più bisogno di mescolarsi alla folla dello struscio notturno: è sufficiente la piattaforma di un bus.
A sinistra una bandiera dell'Arcigay. Mattia, il ragazzo aggredito sabato notte, volontario nell'associazione, aveva una borsa con lo stesso simbolo. È bastato questo per scatenare l'aggressione.
La denuncia è di Arcigay. Alle due del mattino di sabato notte, quattro giovani, tra i 20 e i 25 anni (tra cui una ragazza), a bordo dell'«N8», che costeggia la movida trasteverina, hanno sparato una raffica d'insulti, prima su un extracomunitario: «A negro che sei venuto affà? A rubarci il lavoro?», poi, quando quello è sceso alla prima fermata, contro un volontario dell'associazione, Mattia C. «Piglian...», «checca», «zozzo», «schifoso». Il ragazzo, uno studente di 22 anni che oggi presenterà la sua denuncia alla Procura della Repubblica, racconta: seduto e leggevo un libro. A un certo punto hanno iniziato a dirmi che facevo schifo perché sono gay». Un crescendo di offese, intimidazione e poi schiaffi.
Dopo gli incendi al Qube, l' attacco alla Gay street e l' accoltellamento di un ragazzo fuori dal Gay village, ecco il bus dell'«omofobia». Che, attenzione, può attraversare il centro, nel l'indifferenza generale. Così racconta infatti Mattia: «Nessuno ha mosso un dito. Mentre quelli insultavano mi guardavo attorno senza incontrare alcun sostegno». L'aggressione non è stata «lampo» dicono da Arcigay: «Tutto sarò durato almeno cinque minuti»
In attesa di presentare (oggi) una denuncia alla Procura della repubblica, Arcigay ieri si è rivolta alle istituzioni. Chiedendo alla neo presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, di «riprendere al più presto le campagne antiomofobia di Gay Help Line (800.713.713, ndr) ». E, al Comune di Roma, «di aumentare la diffusione della prossima campagna».
A proposito della Gay help Line: «Il 55% delle telefonate che riceviamo ha detto Fabrizio Marrazzo presidente di Arcigay è di ragazzi sotto i 26 anni che denunciano discriminazioni e vessazioni in famiglia, a scuola e nel mondo del lavoro».
Solidarietà bipartisan a Mattia C. «Si tratta di un episodio gravissimo», ha detto Renata Polverini, che non farà mancare «l'impegno contro ogni discriminazione». «Aggressione vile»per il sindaco Gianni Alemanno. Preoccupazione per l'episodio «caratterizzato da cattiveria e vigliaccheria fuori dal comune, con i presenti che non si sono scomposti» è stata manifestata da Enzo Foschi, consigliere Pd alla Regione. «Un altro insulto alla città e alla comunità. Frustrante che avvenga su un bus» ha detto il presidente della provincia Nicola Zingaretti. Mentre il delegato al centro storico Dino Gasperini spera «che le forze dell'ordine facciano piena chiarezza, assicurando presto alla giustizia i quattro responsabili».
[leggi anche sul coriere della sera di Roma]
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