E' ormai bufera sul 40enne americano autore del finto blog 'A Gay Girl in Damasco', in cui aveva raccontato il sequestro, da parte del regime siriano, della giovane Amina
lunedì 13 giugno 2011 , da AGI - Agenzia Giornalistica Italia
Londra - Gli attivisti siriani si sono scatenati contro Tom MacMaster, che si professa studente all'universita' di Edimburgo, accusandolo di aver danneggiato la loro causa, gettando dubbi sulla veridicita' delle denunce contro Bashar al-Assad. "Il giorno che verro' rapito molti non se ne preoccuperanno, perche' il mio caso potrebbe rivelarsi un nuovo caso Amina", ha scritto con rabbia un blogger libanese. La valanga di proteste ha costretto MacMaster a vergare un vero e proprio mea culpa, "Scuse ai lettori", in cui l'uomo ha ammesso che non aveva immaginato di ricevere un "tale livello di attenzione". Ma la sua causa, si e' difeso, era giusta e nobile: "la voce narrativa era finta ma i fatti descritti nel blog riflettono quelli veri e non sono fuorvianti rispetto a quanto accade davvero sul terreno", ha affermato l'americano, che in un'intervista al New York Times ha ammesso di aver aspirazioni da romanziere. "Volevo solo fare in modo che le informazionmi uscissero".
Intanto, pero', la rabbia delle comunita' gay e attiviste non si placa. "Vergogna!! Ci sono blogger in Siria che cercano ogni giorno con difficolta' di raccontare le notizie che accadono nel Paese", ha scritto Sami Hamwi, pseudonimo dell'editore del sito GayMiddleEast. "Le tue scuse non sono accettate perche' io stesso mi sono messo ad indagare sull'arresto di Amina e avrei potuto finire in grave pericolo", ha osservato Hamwi.
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