Una APP per abbattere l'omofobia

VITTORIO VENETO – Combattere i pregiudizi. La paura. L’emarginazione. L’odio e la violenza. E’ questo che vuole fare Alessandra Lorenzi: abbattere l’omofobia. La campagna per la difesa degli omosessuali, per la demolizione delle barriere istituite da ignoranza e paura, parte dal web. Parte da una app.
Parte dall’impegno di Alessadra Lorenzi, 23enne vittoriese, che ha creato l’applicazione Stop Omofobia, disponibile per Android e, a breve, per iPhone. Alessandra si è data da fare. Oltre alle conoscenze tecnologiche acquisite (mica è facile fare una app!), fondamentale è stata la sua determinazione. “Ho creato quest’app per aiutare le vittime dell’omofobia, o chiunque abbia bisogno di un supporto, di una aiuto – spiega Alessandra – “L’applicazione fornisce i numeri di tutti gli Arcigay e di tutte le associazioni di ascolto d’Italia. Chiunque abbia bisogno di trovare una voce, o un’orecchio, può servirsene. Nell’applicazione, vengono inoltre segnalati i centri più vicini, il luogo dove sono ubicati, e la distanza per raggiungerli. Tra le centinaia di migliaia di applicazioni esistenti, non ce n’era nessuna di questo tipo”. Così Alessandra, ha pensato di crearla.
Per realizzare questo progetto, ha telefonato a tutti i centri di aggregazione e alle associazioni italiane che forniscono supporto agli omosessuali. Notando che, in provincia di Treviso, non ce n’è nemmeno uno. “Incredibile che nella nostra zona non ci sia nessun centro di questo tipo. Pure a Palermo ce l’hanno!”, puntualizza Alessandra. Incredibile, si fa per dire. Alla cosa, Alesandra, dà una spiegazione. “Le istituzioni, la chiesa…è come se non fossero pronte per aprire le porte, e la mente, a tutti”.
Una chiusura che suscita paura. Un timore infondato che spesso si trasforma in violenza. “Ci sono ancora tantissimi episodi di bullismo nei confronti dei gay – spiega Alesandra – sembra impossibile, di questi tempi, ma è così. E non solo la gente spesso evita, o si accanisce, contro gli omosessuali. Sono anche questi che si nascondono, che non dichiarano la propria natura, facendo finta di essere quello che non sono, semplicemente per apparire come la società li vorrebbe”. Come una parte di società li vorrebbe. La parte di società che deve essere cambiata, fatta evolvere, istruita. Quella parte di società a cui è rivolto l’urlo di Alessandra, e di tutti gli artisti che stanno partecipando, e investendo per la crescita del progetto. Per dire Stop all’omofobia.

Fonte: Gaynews

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