Comunicato stampa. Arcigay: Al via campagna nazionale contro l’omo-transfobia, decine di iniziative in tutta Italia. L’omofobia uccide, questo diremo a Pietro Grasso e al Parlamento.
Il 17 maggio si celebra in decine di Paesi la Giornata internazionale contro l’omo-transfobia, un crimine contro l’umanità che uccide le persone gay, lesbiche e trans.
Secondo il dossier sull’omo-transfobia in Italia che ogni anno Arcigay diffonde per l’occasione (in allegato) nel 2012 sono stati sette gli omicidi di omosessuali e trans, a cui si aggiungono tre vittime nel 2013. Una stima del numero di “omocidi”, ricostruita solo sulla base di fonti a stampa, attesta a oltre 150, le vittime negli ultimi quarant’anni. Quel numero sottostima il sangue versato da persone omosessuali e trans, l’omofobia e la transfobia allignano infatti nell’invisibilità e si mimetizzano nella paura delle vittime di denunciare.
L’olocausto silenzioso di omosessuali e trans oltre che di morte è sangue, pestaggi, aggressioni, dileggi, insulti, bullismo ed esclusione. Nel 2012 sono stati oltre trenta i casi di omofobia che hanno assunto rilevanza pubblica tra violenze, estorsioni, rapine, bullismo, atti vandalici e altro a fronte degli oltre 50 del 2011.
“Questi numeri non rappresentano alcuna flessione ma fotografano solo l’interesse dei media al fenomeno, che evidentemente è diminuito. Sette omicidi solo nel 2012, a fronte dei due nel 2011 sono un’enormità. Restano incalcolabili le violenze non denunciate, così come non si contano più le dichiarazioni pubbliche omofobe da parte di esponenti politici e religiosi. L’omofobia non dà tregua a gay, lesbiche e trans italiane e non aiuta a comprendere la vastità del fenomeno l’assenza di un osservatorio pubblico”, spiega Flavio Romani, presidente di Arcigay.
“Il rifiuto di agire dei Governi e dei Parlamenti che si sono succeduti, tutti incapaci di approvare una legge di contrasto all’omo-tranfobia, rende i nostri politici complici della violenza e della discriminazione che colpisce gay, lesbiche e trans”, continua Romani.
“Non solo decine di politici, che siedono persino al Governo, si esprimono a favore dell’esclusione degli omosessuali da istituti giuridici come nel matrimonio civile senza nemmeno rendersi contro che escludere una minoranza dal Diritto è omofobia. Peggio le forze politiche di ogni colore non sono andate più in là delle chiacchiere sul tema e lo scorso Parlamento ha affossato, due volte, una timida proposta di legge di contrasto all’omo-transfobia. Pretendiamo che il codice penale intervenga contro l’odio che arma la violenza contro le persone omosessuali e trans. Di quanti morti ha ancora bisogno questa classe politica priva di coscienza per darsi una mossa?”, aggiunge il presidente di Arcigay.
Arcigay, per questo 17 maggio, ha organizzato sul territori nazionale una campagna di sensibilizzazione che sarà diffusa attraverso decine di migliaia di manifesti, cartoline, locandine, adesivi e magliette con quattro slogan stampati a caratteri cubitali bianchi e neri su sfondo rosso: "Alcune persone sono gay/lesbiche/bisex/trans Fattene una ragione!". La campagna è nata, grazie al lavoro di Bruno Moroni affiancato da molti volontari, e alla collaborazione con l'associazione inglese Stonewall dalla quale è stato ripreso lo slogan "Some people are gay. Get over it!", e sarà supportata online dal sito www.NoOmofobia.it.
Lo slogan si rivolge direttamente agli omofobi e a coloro che ipocritamente sostengono di essere vicino alle persone gay, lesbiche e trans e poi le ostacolano nel raggiungimento dei Diritti e della piena parità. E' un slogan volutamente ruvido che invita gli italiani a prendere atto della banalità della realtà e che li incoraggia a confrontarsi e approfondire l’esclusione, il pregiudizio e l’indifferenza.
"E’ un messaggio semplice e diretto che contiene un prezioso invito al rispetto di tutti e tutte. E’ una richiesta inequivocabile che rivolgiamo a chi non vuole un confronto con questo tema. Gli italiani devono prendere semplicemente atto che l’amico, il parente, il vicino può anche essere gay, o lesbica o trans, che hanno la setssa dignità e devono avere gli stessi diritti. E che tutto questo giova alla società intera ed è una conquista di civiltà”, approfondisce Flavio Romani, presidente di Arcigay.
Arcigay, nelle sue articolazioni locali, è poi impegnata in decine di eventi (link) sul territorio nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica. Si terranno conferenze, dibattiti, flash mob, biciclettate e persino una piccola maratona. In particolare a Ravenna Arcigay incontrerà ufficialmente UNAR, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, per la presentazione della Campagna Nazionale Arcigay contro l'Omotransfobia e un dibattito sul "Contrasto Attivo al Bullismo e alle Discriminazioni: l'esperienza nelle Scuole. Proposte per il futuro" alle ore 17.
Arcigay incontrerà il 17 maggio il presidente del Senato Pietro Grasso.
“Sarà l’occasione – spiega Flavio Romani – per chiedere finalmente che l’estensione della Legge Mancino ai reati di omo-tranfobia sia finalmente calendarizzata. I parlamentari si prendano la responsabilità di votare a favore o contro la violenza a gay, lesbiche e trans. Vogliamo che questo 17 maggio sia l’ultimo senza una legge”.
Il 17 maggio si celebra in decine di Paesi la Giornata internazionale contro l’omo-transfobia, un crimine contro l’umanità che uccide le persone gay, lesbiche e trans.
Secondo il dossier sull’omo-transfobia in Italia che ogni anno Arcigay diffonde per l’occasione (in allegato) nel 2012 sono stati sette gli omicidi di omosessuali e trans, a cui si aggiungono tre vittime nel 2013. Una stima del numero di “omocidi”, ricostruita solo sulla base di fonti a stampa, attesta a oltre 150, le vittime negli ultimi quarant’anni. Quel numero sottostima il sangue versato da persone omosessuali e trans, l’omofobia e la transfobia allignano infatti nell’invisibilità e si mimetizzano nella paura delle vittime di denunciare.
L’olocausto silenzioso di omosessuali e trans oltre che di morte è sangue, pestaggi, aggressioni, dileggi, insulti, bullismo ed esclusione. Nel 2012 sono stati oltre trenta i casi di omofobia che hanno assunto rilevanza pubblica tra violenze, estorsioni, rapine, bullismo, atti vandalici e altro a fronte degli oltre 50 del 2011.
“Questi numeri non rappresentano alcuna flessione ma fotografano solo l’interesse dei media al fenomeno, che evidentemente è diminuito. Sette omicidi solo nel 2012, a fronte dei due nel 2011 sono un’enormità. Restano incalcolabili le violenze non denunciate, così come non si contano più le dichiarazioni pubbliche omofobe da parte di esponenti politici e religiosi. L’omofobia non dà tregua a gay, lesbiche e trans italiane e non aiuta a comprendere la vastità del fenomeno l’assenza di un osservatorio pubblico”, spiega Flavio Romani, presidente di Arcigay.
“Il rifiuto di agire dei Governi e dei Parlamenti che si sono succeduti, tutti incapaci di approvare una legge di contrasto all’omo-tranfobia, rende i nostri politici complici della violenza e della discriminazione che colpisce gay, lesbiche e trans”, continua Romani.
“Non solo decine di politici, che siedono persino al Governo, si esprimono a favore dell’esclusione degli omosessuali da istituti giuridici come nel matrimonio civile senza nemmeno rendersi contro che escludere una minoranza dal Diritto è omofobia. Peggio le forze politiche di ogni colore non sono andate più in là delle chiacchiere sul tema e lo scorso Parlamento ha affossato, due volte, una timida proposta di legge di contrasto all’omo-transfobia. Pretendiamo che il codice penale intervenga contro l’odio che arma la violenza contro le persone omosessuali e trans. Di quanti morti ha ancora bisogno questa classe politica priva di coscienza per darsi una mossa?”, aggiunge il presidente di Arcigay.
Arcigay, per questo 17 maggio, ha organizzato sul territori nazionale una campagna di sensibilizzazione che sarà diffusa attraverso decine di migliaia di manifesti, cartoline, locandine, adesivi e magliette con quattro slogan stampati a caratteri cubitali bianchi e neri su sfondo rosso: "Alcune persone sono gay/lesbiche/bisex/trans Fattene una ragione!". La campagna è nata, grazie al lavoro di Bruno Moroni affiancato da molti volontari, e alla collaborazione con l'associazione inglese Stonewall dalla quale è stato ripreso lo slogan "Some people are gay. Get over it!", e sarà supportata online dal sito www.NoOmofobia.it.
Lo slogan si rivolge direttamente agli omofobi e a coloro che ipocritamente sostengono di essere vicino alle persone gay, lesbiche e trans e poi le ostacolano nel raggiungimento dei Diritti e della piena parità. E' un slogan volutamente ruvido che invita gli italiani a prendere atto della banalità della realtà e che li incoraggia a confrontarsi e approfondire l’esclusione, il pregiudizio e l’indifferenza.
"E’ un messaggio semplice e diretto che contiene un prezioso invito al rispetto di tutti e tutte. E’ una richiesta inequivocabile che rivolgiamo a chi non vuole un confronto con questo tema. Gli italiani devono prendere semplicemente atto che l’amico, il parente, il vicino può anche essere gay, o lesbica o trans, che hanno la setssa dignità e devono avere gli stessi diritti. E che tutto questo giova alla società intera ed è una conquista di civiltà”, approfondisce Flavio Romani, presidente di Arcigay.
Arcigay, nelle sue articolazioni locali, è poi impegnata in decine di eventi (link) sul territorio nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica. Si terranno conferenze, dibattiti, flash mob, biciclettate e persino una piccola maratona. In particolare a Ravenna Arcigay incontrerà ufficialmente UNAR, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, per la presentazione della Campagna Nazionale Arcigay contro l'Omotransfobia e un dibattito sul "Contrasto Attivo al Bullismo e alle Discriminazioni: l'esperienza nelle Scuole. Proposte per il futuro" alle ore 17.
Arcigay incontrerà il 17 maggio il presidente del Senato Pietro Grasso.
“Sarà l’occasione – spiega Flavio Romani – per chiedere finalmente che l’estensione della Legge Mancino ai reati di omo-tranfobia sia finalmente calendarizzata. I parlamentari si prendano la responsabilità di votare a favore o contro la violenza a gay, lesbiche e trans. Vogliamo che questo 17 maggio sia l’ultimo senza una legge”.
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