Dallo scorso 15 settembre, grazie a una delibera del sindaco Virginio Merola, le coppie di gay e lesbiche bolognesi che hanno celebrato le loro nozze oltreconfine, in paesi più civili del nostro, dove i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono consentiti, possono trascrivere la loro unione nel registro di stato civile del nostro Comune. Quel giorno per noi è stato un giorno di festa: per le prime coppie che accedevano alla trascrizione, innanzitutto, perché avevano l'occasione di attenuare quella sensazione da esuli che inevitabilmente, poco o tanto, aveva guastato il giorno più bello della loro vita; ma facevamo festa anche per tutte le altre coppie, per le altre persone in genere, per tutto il Paese: perché i diritti fanno bene, ci migliorano, offrono a tutte e tutti una grande ricompensa.
Nelle settimane successive, il crescendo di diffide, avvertimenti, circolari, ordini perentori e aut aut che il Ministro Alfano, attraverso gli accondiscendenti prefetti, ha messo in campo per ostacolare prima, e annullare poi le trascrizioni, ci ha profondamente indignati. Questo uso "a manganello" delle norme e delle istituzioni, l'accanimento a voler rimettere fuori dalla porta ciò che appena si era affacciato sulla soglia, l'esibizione di un potere da aguzzini, gettato dall'alto come l'olio bollente dai bastioni nel Medioevo, sono gli ingredienti di uno spettacolo indecente. In un Paese civile nessun funzionario di Stato dovrebbe mai accarezzare l'idea di impugnare una penna per cancellare un diritto, una relazione, un'esistenza. È un atto ignobile, che vìola la dignità delle persone, infierendo su un'invisibilità giuridica che è una vera e propria maledizione in questo Paese, da cui ci ostiniamo a non volerci liberare.
Noi tutto questo non intendiamo subirlo.
Se ci annulla, Ministro Alfano, non vale: si nasconde dietro la poltrona, camuffa le sue battaglie da baciapile retrogrado con la ragione di Stato. È un gioco sporco il suo, Ministro, e noi lo vogliamo pubblicamente denunciare. In questa vicenda non c'è regola da far rispettare né ordine pubblico da preservare: c'è solo un Ministro arrogante e la sua lobby di porporati da accontentare.
Per questo sabato 15 novembre alle 15 terremo un presidio davanti alla Prefettura, fisicamente a Bologna ma idealmente davanti a tutte le prefetture contro cui combattiamo questa battaglia e che tutte assieme rappresentano il dicastero del Ministro degli Interni. Noi scendiamo in piazza proprio contro di lui e contro chi, come lui, sui diritti - su tutti i diritti - vuole ingranare la retromarcia. Contro i miopi che i diritti li violano perché nemmeno li vedono. Contro chi ci chiede ancora di aspettare, contro chi pensa che con poco ci possiamo accontentare.
Semiannullinovale è la mobilitazione a tutela del diritto delle persone LGBT ad essere riconosciute, nelle loro esistenze e nelle loro relazioni sociali. Lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, eterosessuali scendono in piazza per ribadire l’irremovibilità della loro richiesta di diritti. Non esiste circolare ministeriale, atto prefettizio o commissario nominato ad hoc che possa indurre al silenzio questa mobilitazione.
Perché l'amore è un diritto di tutte e tutti, non è più tollerabile uno Stato che discrimina le relazioni, voltando le spalle a un pezzo di Paese. Viviamo nella palude di un'ortodossia strisciante, imposta perentoriamente contro ogni percorso democratico e soprattutto contro il progresso di cui questo Paese ha bisogno.
Perché sui diritti non si può tornare indietro: una volta definiti vanno garantiti. Non esiste progetto di vera evoluzione che richieda come prezzo il sacrificio dei diritti. Non esiste nelle formazioni sociali, nel riconoscimento dell'altro, nel lavoro, nella salute pubblica, nel welfare, nella scuola.
Perché ogni individuo, rispetto alla propria esistenza e nel rispetto delle vite altrui, deve avere piena libertà di scelta: l'autodeterminazione è un valore su cui non si tratta ed è il primo vero motore di ripresa in un Paese che annaspa nella polvere della crisi.
Perché l'amore tra le persone gay e lesbiche, le formazioni sociali a cui dà origine, devono ottenere riconoscimento. Subito. Ogni azione di governo, su scala locale e nazionale, deve contenere tra i presupposti questa consapevolezza. Chi oggi vuole annullare le trascrizioni non difende il rispetto di un comma ma mina alla radice questo principio
.
Perché le promesse non bastano più, i rinvii sono un rituale avvilente, la fiducia un credito totalmente esaurito. Ora i diritti ce li veniamo a prendere: siamo pronti a rivendicarli in ogni sede, a far valere le nostre famiglie in qualsiasi contesto. Saremo nelle piazze e nei tribunali, negli uffici anagrafe e nelle scuole, nelle università e negli ospedali.
Arcigay “Il Cassero”
ArciLesbica Bologna
Agedo Bologna
Boga Sport
M.i.t. - Movimento Identità Transessuale
Komos - Coro gay bolognese
UAAR - Circolo di Bologna
Per aderire scrivere a: direttivo@cassero.it
Commenti